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“A Viterbo si fa tutto dopo Santa Rosa. Questa volta, invece, abbiamo voluto agire prima perché consideriamo il progetto RAFFAEL una grande opportunità che i nostri Comuni debbano cogliere per rendere la Tuscia un modello sul piano del welfare e delle politiche sociali”.

Ha aperto così la giornata di ieri il Presidente della Provincia di Viterbo, Piero Nocchi, nel corso del convegno che ha visto la presenza di un numero elevato di amministratori locali, imprese e cooperative sociali. Tutti uniti dallo stesso obiettivo: avviare un sistema di welfare territoriale grazie a progetti di conciliazione vita-lavoro che, come sottolineato da Patrizia Di Santo, CEO e Amministratore Delegato di Studio COME, hanno l’obiettivo di aumentare il benessere e la qualità della vita di donne e uomini del territorio.

Di Santo sottolinea infatti che, a partire dalla direttiva europea sulla conciliazione, il progetto Raffael individua nella condivisione delle responsabilità familiari tra donne e uomini la chiave per ripensare e riorganizzare la conciliazione vita lavoro, che si basa su 2 elementi chiave: la presenza di una rete di servizi di welfare e la riorganizzazione dei tempi di lavoro. Il progetto è ormai in fase avanzata di ricerca e analisi dei bisogni del territorio, ad oggi, sono stati raccolti dati fondamentali per capire su quali servizi puntare. Il progetto intende creare sinergia tra welfare pubblico e welfare aziendale puntando alla creazione di un welfare di comunità condiviso da tutti gli attori del territorio. Per questo è necessario che tutti gli attori del territorio,  Comuni,  imprese e associazioni di rappresentanza, enti del Terzo settore partecipino alla fase di co-programmazione  con l’obiettivo di avviare la  sperimentazione in due distretti della Tuscia.

L’appuntamento del 3 settembre è stato organizzato dalla Provincia di Viterbo in collaborazione con i partner del progetto RAFFAEL, un’importante iniziativa volta a sviluppare e promuovere l’innovazione sociale e le politiche per la conciliazione vita-lavoro in due cruciali macro aree della Regione Lazio.

“Sul welfare pubblico e aziendale – è intervenuto in videoconferenza il Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli – si gioca il futuro della Tuscia ma anche di tutta l’Italia. La Provincia di Viterbo è scesa in campo con l’aspirazione di svolgere un ruolo cruciale per la concretizzazione di un progetto che ha il focus di sostenere una politica sociale utile per il benessere e la crescita di tutto il suo territorio”.

“Sostenere l’attività della Provincia di Viterbo significa assicurare un futuro migliore alle lavoratrici, ai lavoratori e alle loro famiglie”, ha concluso Sassoli.

Il convegno ha visto la presenza anche dell’Assessore Politiche Sociali, Welfare ed Enti Locali, Alessandra Troncarelli che, nel corso del suo intervento ha evidenziato l’importanza di una programmazione finalizzata a garantire una forte omogeneità territoriale dei servizi rivolti soprattutto all’infanzia, ai minori, alla disabilità, agli anziani e alle famiglie.

“RAFFAEL rappresenta una grossa opportunità per i nostri territori e le loro comunità. Il progetto, attraverso la collaborazione tra pubblico e privato, promuove un nuovo modello sociale di fare e pensare un welfare territoriale”.

Si tratta, pertanto, di un modello dinamico che mette al centro la persona e il suo benessere. Non manca, tra i discorsi dei relatori, la parola co-progettazione. Infatti, RAFFAEL vuole intraprendere un insieme complesso di attività e processi nei quali associazioni, cooperative sociali, imprese e partner condividono conoscenze e competenze al fine di elaborare e realizzare servizi e soluzioni, raggiungendo obiettivi comuni creando, così, un grande valore a beneficio di tutti i soggetti coinvolti nel progetto, ma soprattutto del territorio.

La Provincia di Viterbo propone, pertanto, per destinare ai suoi cittadini tutti i servizi innovativi individuati dal gruppo di lavoro RTI: dall’istituzione di un operatore di rete impegnato a favorire il rapporto tra il mondo delle imprese e quello degli enti locali alla promozione della figura del maggiordomo interaziendale e di spazi di coworking nelle imprese.

Per fare ciò, però, risulta necessario l’impegno di tutti i Comuni, del mondo della scuola e dell’università, delle imprese e del mondo economico e produttivo per migliorare la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori incrementando, così, anche la produttività del loro lavoro e il benessere delle comunità.